EVA RUBINSTEIN - PHOTOGRAPHER

EVA RUBINSTEIN


Nazionalità: Argentina

Nata: 18 Agosto 1933

Genitori: Aniela Rubinstein, Arthur Rubinstein

Fratelli: John Rubinstein, Alina Rubinstein, Paul Rubinstein

Genere: Fine Art

Periodo: Contemporaneo

Nata il 18 agosto 1933 a Buenos Aires, Eva, figlia del pianista Arthur Rubinstein e della ballerina Aniela Mlynarska, cresce a Parigi dove studia danza classica con Mathilde Kszeninska. Nel 1939 emigra con la famiglia a New York, dove frequenta il liceo francese della città. Nel 1941 va in California per coltivare la sua passione, la danza: segue i corsi della scuola di balletto di Bolm, tenuti da Bekefi, e poi quelli di Oboukhoff e della Nemtchinova a NY. Dal 1951 al 1952 studia recitazione a Los Angeles, dove successivamente collabora ad alcune produzioni e studia danza moderna con Bella Lewitzky. Nel 1953 si stabilisce a NY e danza alla Balanchine School e alla Martha Graham School. Sino agli anni Sessanta Eva Rubinstein si dedica esclusivamente alla danza e solo dopo il suo divorzio comincia ad occuparsi di fotografia.



Lavoro

Dopo il divorzio, avvenuto nei primi anni Sessanta, abbandona la danza per studiare fotografia al New York Institute. Dal 1967 è una fotografa indipendente a tutti gli effetti: si occupa di reportage, ritratti, nudi, interni.
Lavora per riviste, ma dedica la maggior parte del suo tempo a progetti personali, soprattutto in bianco e nero. Successivamente, partecipa ai workshop di Lisette Model e Diane Arbus e inizia a viaggiare. Si dedica nel frattempo alla ritrattistica e ai nudi. Nel 1973 fotografa la guerra di Jom Kippur nel canale di Suez e sulle alture del Golan. Nel 1974 inizia a insegnare fotografia in diverse università europee e negli Usa.




Stile

Le persone e gli spazi vuoti sono i soggetti favoriti da Eva Rubinstein. I suoi ritratti, così come le sue fotografie di soggetti, sono essenzialmente rappresentazioni di se stessa, viste con gli occhi dell’altro. La sua capacità di superare le convenzioni etniche e di classe si unisce a uno sguardo che osserva in profondità, senza giudicare.


Frase

«È questa la nostra difficoltà e la sfida che dobbiamo affrontare: guardare il mondo attraverso questo strumento meccanico, questi pezzi di vetro e di metallo, e riuscire a vedere delle persone; non dimenticare mai che queste "forme" nel nostro mirino sono esseri umani».
Articolo tratto da Marie Claire

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